Nel marzo scorso, quando con un gruppo di studenti giapponesi residenti a Ferrara, abbiamo organizzato una raccolta fondi per i danni subiti dal loro paese a causa del terremoto e dello tsunami, mai avremmo immaginato che di lì a poco un simile tragico evento avrebbe colpito anche noi.
Ora, mentre qui a Ferrara procede faticosamente la ricostruzione, si sono invertiti i ruoli: sono gli amici giapponesi a farci coraggio e darci la loro solidarietà, e per questo li ringraziamo molto.
Con il loro esempio ci mostrano che la vita riprende anche dove è stata spazzata via dal sisma e dall’acqua, e il disastro diventa un’occasione per ripensare un nuovo modo di costruire, una nuova convivenza tra uomo e ambiente.
Hiroki Yamada, giovane architetto giapponese si occupa proprio di questo e con la sua associazione Manbou, sta seguendo la ricostruzione della cittadina costiera di Ishinomaki, stimolando la partecipazione dei cittadini.
Hiroki frequenta a Ferrara il master Ecopolis in Politiche Ambientali e Territoriali Per la Sostenibilità e Sviluppo Locale della Facoltà di Economia. E’ lui che l’11 marzo scorso nell’anniversario del terremoto e dello tsunami in Giappone, ha organizzato in collaborazione con Oltre Confine, la raccolta fondi che grazie alla generosità dei ferraresi ha raggiunto la quota di 700 euro.
In questi mesi è andato a vedere come sono stati impiegati quei soldi. Questo è il suo racconto.
Le donazioni degli amici di Ferrara sono state divise tra le varie attività che stiamo facendo: ricostruzione del museo del manga, principale attrazione turistica del luogo, costruzione di un mercato temporaneo per sostituire i negozi distrutti, creazione di mini-teatri e realizzazione diversi eventi culturali.
Oltre a questo lavoriamo a stretto contatto con il consiglio comunale e con la cittadinanza per far capire che la città non può essere ricostruita a ridosso del mare come prima, ma deve avere dei criteri di maggior sicurezza.
Ho sentito delle le vittime del terremoto a Ferrara nel mese di maggio. Purtroppo non potevo muovermi da Ishinomaki, ma avrei voluto restituire personalmente l’aiuto.
Le nostre relazioni con l’Italia risalgono a molti secoli fa. Ricordo di una nave giapponese (la San Juan Bautista) che nel 1614 arrivo’ in Italia a Civitavecchia, per incontrare il papa. L’equipaggio
della nave imparo’ una canzone italiana che poi porto’ in Giappone. Credo che per una città come Ferrara, ricca di tradizione e di storia, la ricostruzione sarà sicuramente efficace.
Prego per la rapida ricostruzione di Ferrara.
Vai alle immagini della consegna dei fondi e del poster dei donatori ferraresi.