I dieci giorni ferraresi dei bimbi profughi Saharawi

Dal Resto del Carlino del 21 agosto 2008

Immagine 10SI SONO tanto divertiti a giocare con i loro coetanei ferraresi, lasciati andare ad ‘oh’ di meraviglia vedendo i prati verdi o l’acqua del mare che non conoscevano e hanno gustato, imparando a usare forchetta e coltello, alcuni piatti tipici della nostra zona. Eppure oggi quando partiranno dall’Italia per tornare nel campo profughi a sud ovest dell’Algeria dove normalmente vivono, i nove bimbi (tutti tra i 6 e gli 8 anni) e il quattordicenne portatore di handicap Saharawi ospitati per dieci giorni a Ferrara non saranno tristi perché qui hanno vissuto una bella esperienza ma là ci sono i loro genitori e il loro modo di vivere che li aspetta. L’accoglienza (l’iniziativa, giunta al nono anno, è promossa da Associazione Oltreconfine, Comitato Nati Liberi e Arci Ferrara) ha come obiettivo principale, come ricorda il vicepresidente dell’Arci Paolo Marcolini, quello di sottoporre i bimbi ad un check-up medico, oltre che di toglierli per due mesi (prima di Ferrara erano stati ospitati in altre città) dal caldo torrido del deserto, fare conoscere al mondo la realtà di un popolo da decenni in esilio e fare invece conoscere agli stessi bimbi altri bambini al fine di una loro integrazione con altre culture. Obiettivi centrati, sottolinea Marcolini, grazie alla collaborazione di Comune, Provincia e Azienda ospedaliera.

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